Linux non è solamente uno strumento, un qualcosa che ci permette di fare qualcosa. Dietro al mondo del pinguino c’è tutta una filosofia, una storia di libertà e democrazia assoluta, la voglia di comunione e condivisione, di essere indipendenti e capire cosa c’è dietro ciò che facciamo.
Il mondo dei computer è relativamente giovane. Negli ultimi decenni si è sviluppato in maniera esponenziale, diventando un fenomeno di massa senza avere il tempo di essere regolato correttamente dalla società. Vedere aziende che incassano più di interi stati è una cosa pazzesca. Oggi le aziende tech detengono un potere enorme, quasi spaventoso.
Tutte le aziende tech guadagnano due volte: la prima quandono vendono il loro prodotto, la seconda quando rimangono in contatto con i prodotti venduti, o meglio con i loro clienti e seguirne le mosse, il modo di comportarsi, la vita. Oggi la maggior parte dei software hanno sistemi di tracciamento, spesso mascherati da sistemi di sicurezza. Già perché se bisogna proteggere l’utente, impedirgli di fare cose pericolose, bisogna sapere cosa sta facendo. Recentemente Chrome propone un sistema di sicurezza avanzata che tiene d’occhio ogni azione che l’utente sta facendo per proteggerlo. Controlla i file scaricati, i siti visualizzati e tutta l’attività online. Il fine è certamente nobile, però a che prezzo?
Tutto questo per l’utente medio può sembrare un gran vantaggio. Non deve preoccuparsi di niente, può cliccare su tutte le pubblicità per aumentare il suo conto corrente oppure le dimensioni del suo pene senza paura di beccarsi virus (in realtà se li becca lo stesso…). E tutto GRATIS!
Bè, in realtà tutto questo ha un prezzo elevatissimo. Provate a pensare a quando eravate bambini, quando ancora non sapevate cosa era sicuro e cosa no. Come avete imparato a crescere? Avete i genitori e i nonni che ancora oggi vi seguono, restano alle vostre spalle ad ogni vostra mossa dicendovi cosa è giusto e sbagliato oppure avete imparato a capire come comportarvi nel mondo e ora siete indipendenti? Spero che la risposta corretta sia la seconda.
Nel mondo reale avere qualcuno che ci spia continuamente è fastidioso, addirittura spaventoso, è una grandissima violazione dei diritti umani. Invece nel mondo online no, non ci facciamo caso, quasi non ce ne accorgiamo. Forse è perché non vediamo fisicamente qualcuno che ci controlla, anche se non è così difficile farlo, smanettando un po’ con le impostazioni e i termini di servizio si scoprono cose non proprio piacevoli.
Basterebbe quindi imparare ad utilizzare internet nel modo corretto, e una volta imparato abbandonare la babysitter di turno e procedere da soli.
Perché siamo **rimasti bambini **nel mondo online, ci facciamo portare per mano ad ogni passo.
Partiamo dal fatto che è un mondo complicato. Forse a noi del settore può sembrare banale muoverci nel nostro mondo, ma per la maggior parte delle persone che utilizzano Chrome e MS Word fare qualcosa fuori dai loro schemi di base richiede uno sforzo enorme. Quindi ben vengano gli antivirus che mi bloccano se faccio stupidaggini, che mi riempiono la memoria di file inutili e mi distraggono con continui popup di offerte.
Se nel mondo reale è brutto farsi accompagnare mano nella mano ogni volta che si attraversa la strada, nel mondo online questo è comodo. A tutti piace essere coccolati, lasciare il lavoro pesante agli altri e crogiolarci nella tranquillità. Ma il prezzo da pagare per essere bambini potrà diventare altissimo, soprattutto nel lungo periodo.
Lasciare in mano ad aziende private il potere di decidere della nostra vita è spaventoso. Si è già visto come i social influenzino le elezioni, ma questo accadeva già con i giornali o con le prediche dei sacerdoti, è sempre capitato. Lasciare però un potere del genere nelle mani di pochi imprenditori liberi di muoversi a prescindere dal volere comune non è il massimo.
Con Linux intendo tutta la community dell’open source, il mondo del FOSS (Free and Open Source Software). Certo ci sono software linux closed source, a pagamento, e bisogna ricordare che Free significa “libero”, non necessariamente Gratis. Inoltre Linux è solo il kernel, bisogna parlare di gnu-linux etc etc etc… Ok abbiamo capito però cosa voglio dire.
Linux è un altro mondo. Certo è ostico, chiuso, pieno di persone saccenti e talvolta scortesi, pronte ad insultarti se fai la domanda sbagliata, ma è libero.
Torniamo all’esempio del bambino. Per imparare bene è meglio un insegnante accondiscendente, che piuttosto che arrabbiarsi con te fa le cose al posto tuo oppure uno militaresco, deciso, pronto a urlarti in faccia pur di farti imparare? Non dico che sia sempre così, quando ero insegnante non sono mai stato di questo tipo, però possiamo pensare all’utente linux che ti risponde malamente come al professore bastardo che ti insulta, ma non per divertimento bensì per farti capire e migliorare.
In nostro mondo gira attorno ai computer, orami è così. È spaventoso per che una minuscola percentuale conosce veramente come questi computer funzionino. Le scuole pensano che sia sufficiente insegnare ad utilizzare Ms Word e voilà, in realtà sarebbe essenziale avere una nozione di base disponibile per tutti, almeno sul funzionamento di internet.
Se pensiamo ai motori delle auto non tutti sappiamo come funzionano nel dettaglio, ma sappiamo tutti che ruolo ha la benzina, come ricaricare una batteria, cambiare l’acqua e le candele. In realtà anche queste cose ormai non sono più di comune conoscenza, ma sembra che il mondo vada verso questa via, quella di chiamare qualcuno per ogni piccolo problemino, spesso utilizzando proprio la rete tramite un’app. Ma stiamo già sforando dall’argomento…
Questo “tutti” non è inteso in senso globale, logicamente non si può pretendere che mia nonna utilizzi linux, anche se sarebbe figo, ma tutti noi leggermente più tecnici dovremmo iniziare ad utilizzarlo, vediamo perché:
Ogni distro è nata con lo scopo di dare qualcosa agli utenti, non ai programmatori. Lo scopo di lucro quasi mai è al centro del mondo linux. Fare le cose per soldi o per passione è molto diverso.
Linux è sinonimo di open source. Avere il codice aperto è garanzia di sicurezza e serietà, il fatto che chiunque possa dare un’occhiata “sotto al cofano” e controllare che tutto sia fatto come si deve è un grande vantaggio, sia in termini di sicurezza che di trasparenza. Se utilizzo un servizio con codice open source so esattamente cosa viene fatto dei miei dati, come vengono gestiti, come si comporta l’app a tutti i livelli. Inoltre se qualcuno nota una falla nel codice può segnalarlo agli sviluppatori in modo che questi possano intervenire. Non a caso Microsoft ultimamente si sta pian piano aprendo all’open source. Certo lo fa con uno scopo diverso rispetto al mondo linux, però questo approccio ha moltissimi vantaggi.
Linux è per tutti. Esistono centinaia di distro, ognuna studiata per una tipologia specifica di utente, esistono migliaia di app disponibili per milioni di operazioni, c’è un mondo intero di sviluppatori che lavora con forte passione per rendere il mondo linux sempre migliore. Certo alcuni software proprietari molto utilizzati non sono disponibili per Linux, e questo impedisce a molti di entrare a farne parte. In primis MS Office e la suite di Adobe. Esisono però soluzioni alternative, il grosso problema è che le persone imparano ad utilizzare prima i software di MS e Adobe e poi si aspettano che le alternative Linux funzionino allo stesso identico modo. Non è così, sono mondi e visioni diverse. Se Gimp sembra complicato è perché si è imparato su Photoshop. Di recente ho parlato con un grafico che ha imparato tutto su Gimp e trova Photoshop incomprensibile…
Spesso la gente arriva a linux proprio per questo motivo, ma io ho voluto lasciarlo in fondo. Questo perché è un grande motivo, ma ce ne sono di ben più importanti. Non sempre poi deve essere gratis. Io sono molto affezionato ad Elementary OS, che ha adottato il “Pay what you want” come filosofia di fondo. In questo modo offre i suoi prodotti a chiunque al prezzo che decide l’utente.
È possibile scaricare la distro gratis, provarla e se si ritiene che funzioni bene si può effettuare un pagamento. Così è anche per le app, si possono scaricare e pagare quanto si vuole. È un sistema che personalmente mi piace moltissimo e credo sia pienamente in linea con la filosofia dell’open source. Se è un momentaccio posso comunque utiizzare tutto gratuitamente, però se me la sto passando bene posso essere riconoscente al team di EOS e decidere di pagare quanto posso permettermi. Il risultato è lo stesso, sta all’utente decidere come essere riconoscente per il lavoro del team.
Lentamente, con calma e senza far troppo rumore il mondo Linux si sta diffondendo. Grazie ai social, a Youtube e ai vari forum sempre più persone si stanno avvicinando al sistema del pinguino, e la cosa mi fa molto piacere.
Rimangono però dei problemi di fondo ancora grandi da superare.
Se il bello di linux è che posso personalizzarmelo come mi pare e piace, per alcuni questo può essere uno svantaggio. Gli utenti abituati ad accendere il computer e lavorare senza starci troppo dietro si trovano spiazzati dal dover fare qualcosa in più per mantenere la loro macchina.
Linux è ancora esoso di risorse rispetto ai suoi competitor… Se un notebook con windows può arrivare a 12 ore di batteria, linux farà sempre peggio, almeno per il momento. Si sta lavorando anche su questo punto, però al momento è ancora in perdita. Per chi come me fa della durata della batteria un parametro fondamentale nella scelta di un laptop allora questo è un tasto dolente.
Trovare un laptop in grado di utilizzare al meglio linux non è facile. I problemi di driver non sono più altissimi, ma ci sono ancora. Bisogna controllare che tutti i componenti siano compatibili con linux. Esistono già alcune case che offrono laptop con ubuntu preinstallato, in questo caso sia la batteria che i componenti interni andranno sicuramente bene, ma sono ancora molto poche. Ne approfitto però per segnalare Slimbook, un’interessante azienda spagnola che sembra stia facendo un gran bel lavoro.
Qua tutto dipende dalle conoscenze che uno ha. Se l’utente sa cosa sta facendo allora ci sono distro che in quanto a stabilità battono alla grande Windows e Mac OS. Purtroppo però se l’utente fa qualche cavolata, allora può incriccare tutto il sistema. Essendo un software libero il sistema raramente blocca l’utente quando sta facendo qualcosa di stupido, lo lascia agire serenamente. Capita quindi facilemnte di copiare comandi di terminale presi da forum online senza sapere bene cosa si sta facendo e finire con il bestemmiare come matti e dover ripartire da zero. Il consiglio è questo: se si è alle prime armi è meglio utilizzare una macchina virtuale per provare comandi da terminale. Sul sistema primario meglio fare solo cose sicure.
Infine secondo me il problema più grosso l’ha creato Apple quando ha lanciano i processori M1. Potersi portare a casa un Macbook Air con poco più di mille euro è una tentazione troppo forte. Con una cifra a parer mio corretta si può avere un gran computer con batteria esagerata, prestazioni fantastiche, fanless (a chi piace), schermo e toucpad meravigliosi e un software elegante e funzionale. È difficile resistere a tutto questo. Considerando anche l’effetto “Figo” che fa avere hardware Apple, è difficile pensare a linux come competitor, solo uno sviluppatore o uno smanettone può prenderlo in considerazione.
Tanto, ma tanto è già stato fatto. Apprezzo moltissimo gli influencer che sponsorizzano Linux, come il nostro Riccardo Palombo, oppure Nick di The Linux Experiment, questo porta a conoscenza di grandi quantità di persone il sistema del pinguino e pian piano può aumentare il numero utenti.
Pensare che negli ultimi 10 anni gli utenti di linux sono triplicati è una gran bella cosa, anche se siamo ancora sotto al 3%… (Alla buona abbiamo 80% Windows e 15% Mac OS…), ma bisogna che crescano ancora per poter avere sempre più interesse da parte degli sviluppatori.
I grandi sviluppatori guardano al mercato, e oggi sviluppare un’app per linux è poco conveniente… Inoltre tutta questa libertà del mondo FOSS ha fatto sì che ci sia una gran dispersione, non solo di distro, ma anche di ambienti di sviluppo, con integralisti da ogni parte…
Apple: comprando hardware Apple si può usufruire di un prodotto premium sotto ogni punto di vista, curato, bello e funzionante. Però ci si imprigiona nel loro mondo. Se ho un Mac prima o poi dovrò prendere un iPhone per potermi integrare al meglio nell’ecosistema, poi un iPad, un Apple Watch, le AirPods e così via. Entro in un mondo dal quale è difficile uscire. Certo è tutto bello, però se arriva un periodo come gli anni fra il 2016 e il 2018, dove i macbook erano carissimi e con hardware di basso livello, non posso fare altro che mettermi il cuore in pace, dare il mio denaro alla apple e pagare molto un qualcosa che non va poi così bene… Ora con l’Apple Silicon si sono ripresi (alla grande), ma se entro nel club faticherò ad uscirne, ne sarò quasi imprigionato.
Microsoft: I prodotti Microsoft sono più democratici, più alla base di tutti, però hanno standard di sicurezza molto bassi. Già il sistema contiene pubblicità spammose appena installato, non è possibile che la prima cosa da fare appena acquisto un pc sia iniziare a pulirlo… Microsoft è stata furbissima ad accaparrarsi il mondo business con i software Office, così è entrata nel privato e nel pubblico e ora è difficile uscirne. Lo standard dei software di ufficio è suo e nessuno glielo può togliere ormai (anche se Google ci sta pian piano riuscendo). Ma è un sistema disordinato e brutto, pieno di falle. La cosa migliore però è che permette di giocare praticamente a tutto.
Google: a livello di privacy google può essere considerata scherzosamente “Il male assoluto“. Google è come la vicina impicciona che passa tutto il giorno alla finestra per controllare cosa stai facendo. Anche qua vale lo stesso discorso di Apple, se si entra nel loro sistema si finisce in trappola, costretti ad utilizzarlo senza poterne fare a meno. Per esempio google offriva la possibilità di caricare foto su Google Photos gratuitamente, ma da qualche mese questa funzionalità è diventata a pagamento. Per carità, ci sta, è un gran bel servizio, però ha spiazzato molti utenti. Non succederà mai, ma pensate se un giorno gmail diventasse a pagamento! Metà mondo andrebbe nel panico…
Utilizzando software di queste aziende non siamo proprietari di ciò che facciamo. Pensate anche ai Kindle, se compro un libro non ne divento proprietario come accade con un libro cartaceo, ma ho il diritto di leggerlo sul dispositivo Kindle. Se amazon chiudesse (improbabile), perderei l’accesso e non potrei farci nulla. A livello legale si acqusita qualcosa che però poi non diventa nostro
Con Linux invece si è proprietari di ciò che si fa al 100%. Perciò molti servizi cloud sono self hosted, così ognuno ha il controllo totale dei propri dati e delle proprie azioni.
Il mio consiglio è quello di non diventarci pazzi, non occorre per forza farsi un server NextCloud privato e abbandonare i servizi dei big, ma almeno cominciare a pensarci un po’ e provare ad essere leggermente più indipendenti.
Se più persone iniziassero ad usare Linux allora le aziende sarebbero più interessate a portare i loro software su questa piattaforma, permettendo agli utenti un’alternativa fra la costosa Apple e la pessima Microsoft.
Io lavoro con Linux da un anno ormai e sono veramente poche le volte che ho rimpianto questa scelta.