Ebbene sì, sono passato ad Apple! Ho acquistato il nuovo Macbook Pro 2020.
È stata una decisione pensata a lungo, ho valutato tutto nei minimi dettagli e alla fine mi sono deciso a fare l’acquisto. Ne è valsa la pena?
Ve lo racconto in questo articolo. Essendo uno sviluppatore mi concentrerò soprattutto sul software, ma parlerò anche un pochino di hardware.
Per prima cosa devo specificare il modello che ho acquistato. L’offerta della Apple, sebbene sia sempre limitata, contiene macchine molto diverse fra loro per prestazioni e potenza.
Io mi sono portato a casa il Macbook Pro 2020 Modello Base (core i5 di ottava generazione, 8Gb di RAM e 250Gb di SSD).
Secondo me al momento è il miglior compromesso fra prezzo e prestazioni. Certo è sempre molto più caro di un suo equivalente Windows, ma analizzandolo a fondo alla fine si scopre che non è proprio così.
Certo si può acquistare un Notebook Windows con stesse componenti interne a metà prezzo, però questo prodotto avrà sicuramente un pessimo display, ventole molto rumorose, touchpad piccolo e poco sfruttabile, effetto plastica, tastiera di bassa qualità etc.
Guardanto solo le componenti principali può sembrare caro, ma andando su un suo concorrente Windows con la stessa qualità costruttiva come il Dell XPS 13, alla fine il prezzo non è molto superiore, e se devo spendere 1500 euro per un 13 pollici prendo un Apple.
Non perché odio Windows, anzi, però Mac Os è molto più gradevole e ordinato.
**Unix **è la risposta base. Lavorando sempre più spesso con il terminale sentivo molto la mancanza di questo tool in Windows. Mi sono arrangiato per molto con WSL, ma non è la stessa cosa.
Sono un tipo un po’ precisino, e avere un PC con due terminali suoi (cmd e Powershell) più altri sottosistemi (io avevo Ubuntu e Kali Linux) crea un gran disordine d’insieme. Ci sono alcune cose che funzionano solo su linux e quindi necessitano della WSL, altre che invece devono girare per forza con Powershell, e alla fine tutto questo disordine è disorientativo e porta via molto tempo in configurazioni.
Su MacOS il terminale funziona alla grande, e può contare su un ambiente bello e elegante, cosa che purtroppo non ho mai trovato il Linux. Certo Ubuntu è molto figo anche come design, ma non mi ci sono mai trovato veramente a mio agio, soprattutto quando si trattava di usare strumenti di design.
Si, non mi sono ancora pentito della scelta. Conoscevo già molto bene MacOS in quanto l’ho utilizzato per quasi dieci anni in passato. Ero passato a Windows perché non ho mai amato la batterfly keyboard né i prezzi esorbitanti degli ultimi anni.
Quando ho visto la tastiera nuova, l’SSD raddoppiato e il prezzo sceso (sebbene di soli 20€) ho deciso che era giunto il momento di tornare a MacOs.
Da sviluppatore sono veramente molto più tranquillo. Tutto ciò che mi serve funziona benissimo. Node Js, Git, Lamp stack, React, tutto ciò che ho installato gira molto bene.
Inoltre posso utilizzare un gran numero di gesture e scorciatoie veramente utili e che mi fanno risparmiare molto tempo.
Esistono migliaia di articoli sul web che parlano dei vantaggi del trackpad, delle gestures e di queste cose, ma ho scoperto una cosetta che non ho trovato scritta da nessuna parte. Forse sono solo io nella mia pignoleria ad averla colta, ma l’ho trovata una cosa fantastica. Ecco cos’è:
Eh già, parliamo di dita. Ma mi spiego meglio. Su Windows il tasto forte della tastiera è il Ctrl, su Mac il Cmd. Su Windows quindi si utilizza molto il mignolo (Ctrl+C), su Mac il pollice (Cmd+C).
Ebbene ho apprezzato tantissimo questa cosa su Mac. Il pollice è molto vicino al trackpad e alla barra spaziatrice, inoltre è molto più facile muovere il pollice rispetto all’indice, anatomicamente.
Questo ha velocizzato un sacco di operazioni. Fare copia/incolla, refreshare pagine web, spostarsi fra i software, tutto è più fluido.
Alla fine penso che il prezzo non sia così esagerato. Per chi come me poi utilizza il computer per lavoro è fondamentale avere una macchina affidabile su cui poter contare, ed è di aiuto averla anche bella e piacevole da vedere e utilizzare.
Alla fine l’unica cosa che un pochino mi manca sono i giochi. Non sono un gamer incallito, ma ogni tanto mi piace trascorrere una mezz’oretta a giocare un po’ la sera, e per fare questo devo ancora utilizzare il mio vecchio pc, ma va bene così, almeno il Mac resta pulito anche a livello software.
Questa è la mia esperienza con il nuovo Macbook Pro fino ad adesso, spero continui ad andare avanti bene.
Buon codice!